L’acqua è l’elemento preferito dai bambini, così come dai grandi, perché rievoca il liquido amniotico che ci ha avvolti prima della nascita: ecco perché non vi è alcuna controindicazione ma solo benefici provenienti da un corso di nuoto neonatale. Puoi cominciare a portare il tuo bambino ad un corso di baby nuoto in piscina, già dai primi 3 mesi di vita, dopo aver effettuato i necessari controlli medici e vaccinazioni ed aver, naturalmente, escluso qualsiasi patologia tramite il referto del pediatra. A questo punto, scegliere di cominciare a muovere i primi gesti in piscina è non solo emozionante per bambino e per i genitori ma anche del tutto naturale perché il bambino nei primi mesi di vita è dotato del “riflesso del nuoto”.
Che cos’è il “riflesso del nuoto”?
Fino a 4 – 14 mesi il movimento degli arti superiori e inferiori non è un comportamento volontario generato dalla corteccia celebrale, quanto un comportamento involontario, che in acqua può definirsi il riflesso del nuoto, un’azione che viene coordinata da connessioni neuromuscolari, controllate dal midollo spinale e dal midollo allungato, le quali scompaiono o si trasformano in atti volontari, in concomitanza con la maturazione dei centri corticali.
Quindi il riflesso del nuoto è un comportamento involontario che permette al neonato di muoversi, una volta sorretto nell’acqua in posizione ventrale. In pratica il nuoto in acqua è come un dejavù per il bambino che, da una parte ritrova un ambiente familiare e dall’altra è un’ottima sperimentazione dell’ambiente esterno.
Un altro vantaggio del baby nuoto è la relazione di fiducia e benessere che in acqua si crea con il genitore.
Nei primi mesi di vita infatti è chiaro che il neonato non entra in acqua da solo ma intrattiene un gioco con gli adulti attraverso l’ausilio di un giocattolo, come una papera o dei galleggianti colorati: di solito, il bimbo viene attirato in acqua con dei giochi e trova subito pronto un altro adulto a recuperarlo, alla fine di questa piccola immersione.
In piscina fino a 6 mesi
Fino ai 6 mesi il bambino è completamente dipendente dalla mamma e dal papà, vive in uno stato simbiotico con i suoi genitori e non è ancora in grado di stare seduto. La funzione principale , in questa fase, dell’immersione in acqua, è quella di gioco e scoperta: il neonato scopre l’ambiente circostante e attraverso movimenti delle braccia, dei piedini apprende, in più, i primi schemi motori. Nuotare dunque entra a far parte della memoria muscolare del bambino che, successivamente, nella sua esperienza sportiva, riconoscerà e rievocherà sequenze motorie, posture corporee, percezioni relative a tensioni muscolari.
Quindi, oltre ad essere un ottimo esercizio per sviluppare la mobilità, la capacità cardiovascolare e la resistenza muscolare il baby nuoto getta anche le basi per la successiva vita sportiva, da potenziale atleta del bebè.
Dopo i 6 mesi
Fino ai 14 mesi i gesti motori in acqua sono ancora un riflesso istintivo ma già si sta sviluppando la corteccia celebrale che presiede alle azioni motorie consapevoli: questo è il momento giusto per sviluppare l’autonomia del bambino, inizialmente stimolata in acqua, durante i primi mesi, ma in grado di emergere esclusivamente in questa fase, in cui i bambini consolidano le abilità acquisite e possono indirizzarsi sul vero e proprio nuoto: dai 15 ai 23 mesi infatti già si provano i primi tuffetti!