Sicuri sì, sicuri no, probabilmente gli Elio e le Storie tese avrebbero potuto scriverci una canzone sulle note del Dpcm del 18 ottobre che, parlando di centri sportivi ha messo i puntini sospensivi sul loro quaderno, per superare un esame, già affrontato a giugno, alla riapertura.
Rimessi sui banchi di scuola abbiamo pensato di sostenere l’interrogazione per voi che ci frequentate tutti i giorni e per chi ancora ha dubbi sul tornare, rispondendo alle domande più comuni.
Il protocollo di sicurezza dei centri sportivi è stato rafforzato?
La sicurezza è stata sempre in cima alle scelte delle palestre perché la salute è il primo “servizio” che vi offriamo tutti i giorni. Già a giugno le federazioni, gli enti e le associazioni sportive, con la collaborazione delle stesse palestre hanno stilato linee guida per fronteggiare la pandemia con misure di sicurezza stringenti. Il 23 ottobre queste misure sono state rafforzate dal Dipartimento per lo Sport per aumentare gli anticorpi contro il COVID ad un settore che è diventato un presidio di salute a tutti gli effetti.
Cosa è cambiato?
In realtà, per chi già aveva a cuore la salute dei suoi frequentatori, quasi nulla, in quanto Villa York, ad esempio, seguiva già il protocollo dell’associazione di categoria ANIF che, per la seconda volta, è stata chiamata dal Ministro dello sport a definirle quelle regole, attraverso proposte poi avallate dal Governo. Un protocollo che già aveva intensificato le misure di sicurezza che oggi sono state rese obbligatorie per tutti.
Tra queste che Villa York già attuava ci sono:
- la misurazione obbligatoria della temperatura all’entrata
- l’obbligo della mascherina ovunque tranne quando si fa attività fisica
- lo spazio di 2,5 metri consigliato tra le teste di chi fa attività fisica al posto dei 2 metri obbligatori
- la pulizia degli attrezzi ad ogni utilizzo
Perché le palestre non dovrebbero essere chiuse durante una pandemia?
Come dicevamo, le palestre sono presidi di salute anche in condizioni normali in quanto le maggiori autorità sanitarie, a partire dall’OMS, riconoscono all’attività fisica il ruolo salvifico nell’allungare la vita, rafforzare il sistema immunitario, prevenire le malattie croniche. In tempi di pandemia si sono espressi medici e ricercatori nell’indagare il ruolo dell’attività fisica.
Il Coronavirus è stato definito dal dottor Robert Sallis, un medico intervistato sulla rivista dell’IHRSA, la “malattia dell’inattività”: la sedentarietà infatti ha un forte impatto sulle malattie preesistenti che aumentano anche il rischio di un Covid-19 grave. Paradossalmente le persone più a rischio COVID sono quelle che avrebbero più bisogno di muoversi…
E’ vero che le palestre sono luoghi a basso contagio?
Ci sono diversi studi effettuati che dimostrano come le palestre siano luoghi sicuri, a basso contagio. Alcuni di questi si sono spinti oltre: consigliando di prevedere programmi di attività fisica in caso di future pandemie.
Anche ANIF, Associazione di categoria, ha svolto un’indagine sui suoi centri sportivi affiliati in tutta Italia, rilevando un’incidenza COVID dell’ 1 per mille. I centri sportivi, sono generalmente dei luoghi più puliti di quanto si potrebbe credere.
Inoltre è ormai documentato e provato che le persone che praticano attività sportiva in maniera regolare godono di innumerevoli benefici sia sullo stato di buona salute che sul rafforzamento del sistema immunitario.
Durante il periodo di lockdown, siamo stati tutti forzati alla sedentarietà e sottoposti ad un alto tasso di stress mentale ed emotivo; oggi le persone hanno bisogno, più che mai, di movimento e di socialità: due ingredienti alla base di ogni club.
Il Dpcm del 13 ottobre ha permesso che lo sport in sicurezza continui. Cosa si intende per “sport in sicurezza”?
Il 13 ottobre i centri sportivi che hanno adottato il protocollo di sciurezza ministeriale non sono stati inclusi nelle misure restrittive del Governo: è stata riconosciuta a questi centri la totale sicurezza dell’allenamento. Perché? In quanto sia la partita di calcetto sia la lezione di pilates avvengono in un luogo sicuro che ha aderito ad un protocollo di sicurezza nazionale ritenuto valido nella prevenzione del contagio da COVID 19.
Il nuovo Dpcm ha vietato poi gli sport di contatto, compresa la partita di calcetto, ma nelle società e associazioni sportive dilettantistiche possono continuare gli allenamenti individuali per tali sport.
E’ stato dimostrato che i contagi aumentano nei luoghi esenti da protocollo: a casa con i familiari, alle feste con gli amici, la sera, assembrati davanti ai locali della movida, insomma negli spazi non controllati.
Quindi lo sport in sicurezza è quello praticato in un luogo in cui vige un protocollo, come accade nelle società e associazioni sportive.